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IL RESTAURO DEL FONE BATTESIMALE
DELL’ANTICA PIEVE DI SAN PIETRO DI ROFFENO

Oggetto: S. Pietro di Roffeno, Vergato (BO) : fonte battesimale in pietra arenaria
scolpita, sec. XII , cm. 200x80 circa.
Relazione sull'intervento di restauro .

Descrizione
Il fonte battesimale della Pieve, di incerta datazione (*), era stato fino ad oggi interpretato come
manufatto eseguito per altre funzioni e successivamente adattato a fonte battesimale; con il restauro
attuale, tuttavia, sono tornati visibili elementi che, oltre a costituire un motivo di interesse da un
punto di vista storico-artistico, forniscono alcune indicazioni sul suo uso originario: la decorazione
a rilievo con tracce policrome, che unisce caratteri zoomorfi e vegetali, rimanda infatti a una
simbologia cristiana con esplicito riferimento al Battesimo.
La vasca per l’acqua presenta infatti un doppio motivo a rilievo il cui significato rimanda ad un
legame forte e duraturo: sopra, una sorta di catena di delfini legati per la coda ed il muso, e sotto
un motivo a nodi. La calotta semisferica in pietra che copre la vasca conserva invece tracce di un
motivo vegetale dipinto, che suggerisce dei pampini intrecciati, e lo stesso motivo a pampini fa da
sfondo anche ai tralci di vite a rilievo e dipinti che ornano il pilastro circolare di sostegno alla
vasca.
L’antica struttura è formata da un insieme di otto elementi in arenaria decorati a rilievo e colore, e
assemblati in opera; l'elemento superiore, che termina con un incavo circolare all'interno della
merlatura, presenta una cerchiatura in ferro; i due elementi che fanno da unione tra la calotta della
vasca e la colonnina si distinguono dagli altri sia per granulometria e lavorazione (più grossolane),
sia per l'assenza di quelle tracce di coloritura ritenuta originale e rilevata su tutte le altre parti.
All'interno della vasca è scavata la canaletta per lo scolo dell'acqua, il cui foro di uscita, recuperato
con l'attuale intervento, è visibile in esterno nella parte anteriore: la posizione del foro, le differenze
di lavorazione all'interno della vasca e la disposizione di depositi calcarei conseguenti lo
sgocciolamento dell'acqua dall'interno, sono tutti elementi che fanno ipotizzare che la vasca sia
attualmente ruotata di 180° rispetto alla posizione originale; il recente ritrovamento di un
documento del 1959(**) che attesta la rimozione del fonte battesimale dalla parete di fondo del
battistero e la sua collocazione nella posizione attuale fa supporre che l'occasione per tale modifica
sia stato proprio questo intervento.
Le modifiche di cui sopra erano comunque state precedute da interventi di differente qualità, il più
importante dei quali comportò l'ampio rifacimento a malta sulla parte anteriore del pilastro di
sostegno e della base, e la ridipintura completa del manufatto: la comparazione estetica e tecnica di
questa ridipintura e della malta con quelle dei pilastri dell'abside ci porta a datare questo intervento
alla seconda metà del sec. XVII (***); probabilmente allo stesso intervento si può far risalire anche
l'iserimento dei due elementi spuri nella parte superiore, su uno dei quali è riprodotto il motivo a
torciglione presente nella parte inferiore della vasca; bisogna però considerare che nel corso
dell'attuale restauro sono stati individuati almenno quattro tipi di ridipinture differenti, non sempre
distinguibili con precisione nella stratigrafia .
Stato di conservazione.
I restauri eseguiti in passato non solo avevano modificato l’estetica del manufatto ma, a loro volta
oggetto di degrado, gli avevano conferito un aspetto confuso e poco interpretabile.
Già ad un primo esame puramente visivo erano evidenti problemi sia strutturali che estetici, presenti
in modo più o meno rilevante sulle varie parti:
- la parte inferiore (pilastro e base), particolarmente indebolita negli strati superficiali e lacunosa nel modellato, presentava linee di frattura ed estese integrazioni improprie; - su tutta la superficie (ad esclusione della colonnina) si notava una spessa ridipintura di tipo oleoso a “finto marmo”, parzialmente scrostata e discontinua, che lasciava vedere le sottostanti stuccature e riprese a malta; - lo sportello di legno che chiude la calotta sopra la vasca mostrava i segni di una diffusa presenza di insetti xilofagi e tracce di una precedente ridipintura biancastra, mentre la cerchiatura in ferro della parte terminale della colonnina era intaccata dalla corrosione . L'insieme, al momento dell'inizio dell'intervento attuale, presentava comunque scrostature parziali
che contribuivano a renderne ancora più confusa la lettura.
Intervento.
Il restauro attuale ha avuto come obiettivo quello di riportare il manufatto ad un aspetto il più
possibile vicino all’originale, pur mantenendo gli inevitabili segni lasciati dai precedenti interventi;
con tale finalità sono stati curati sia il risanamento strutturale che il ripristino estetico, cercando di
ridare il giusto risalto alle decorazioni originali.
L'intervento è stato preceduto dallo studio preliminare dei vari elementi che compongono il
manufatto, sia con un'osservazione comparata sia eseguendo saggi esplorativi per ricerca di
eventuali finiture originali o comunque più antiche della attuale; i risultati di questa prima fase sono
stati i seguenti:
gli interventi di tipo strutturale (stuccature ed integrazioni di superficie) riconoscibili sono almeno tre: a malta, a calce, a cemento. Il più antico (presumibilmente della seconda metà del '600), interessava soprattutto il pilastro di sostegno alla vasca, sul quale è stata individuata l'ampia integrazione anteriore a malta tipo pozzolana, con anche lisciature di raccordo superficiale e diffuse riprese plastiche. Gli altri due interventi erano limitati a stuccature di raccordo dei vari elementi nella parte superiore, mentre in quella inferiore formavano integrazioni e stuccature di vasta entità; gli interventi di tipo estetico individuati sono numerosi ma discontinui; i più importanti per estensione, dal più recente, sono : finitura a finto marmo di tipo oleoso (colori diversi); strato color ocra, spesso e molto resistente (caseina ?); strato oleoso (?) giallo chiaro su base a calce bianca; policromia (vermiglione, terra verde, ocra) a contatto con la superficie in pietra; la pietra utilizzata, di grana fine e molto compatta, si mostrava però indebolita dove i vecchi materiali di restauro ne avevano coperto la superficie, impedendone il normale scambio di umidità. Sulla base di queste osservazioni è stato impostato l'intervento di pulitura dell'insieme, con l’asportazione delle ridipinture (meccanicamente e chimicamente, con l'aiuto di impacchi differenziati a seconda delle caratteristiche delle parti da pulire), l’eliminazione delle stuccature non idonee (dannose alla buona conservazione e/o degradate) e la riduzione di quelle residue; successivamente è stato fatto il controllo di crepe e fessure e il consolidamento delle parti
degradate.
Le crepe e lacune dannose alla buona conservazione, sono state stuccate con malte il più possibile
simili ai materiali esistenti per granulometria e tonalità, evitando però la stuccatura completa delle
superfici sotto il livello di finitura, in modo da non ostacolare il normale scambio di umidità tra la
pietra e l'ambiente circostante.
La cerchiatura in ferro sulla colonnina superiore è stata pulita e trattata con protettivo superficiale.
Lo sportello in legno, dopo il trattamento antitarlo, è stato pulito, consolidato e quindi trattato con
un protettivo superficiale.

Note:
*sulla calotta di copertura della vasca, in corrispondenza del margine superiore destro
dell'imboccatura, si può notare la traccia di un'incisione interpretabile come “A D” , ma sulla
posizione della data presunta c'è una forte abrasione dovuta all'inserimento ripetuto del bacile in
rame posto all'interno della vasca stessa.
**il documento, in possesso del parroco, riferisce sui lavori eseguiti nella chiesa nel 1959

*** sull'ultimo gradino di accesso all'altare maggiore, nella parte centrale, rimangono le tracce della
incisione: ANNO DOMINI MDCLXXX (?)


Materiali utilizzati per l'intervento
pulitura
: lavaggi e impacchi ripetuti a base di ammonio carbonato con sepiolite e cellulosa; acqua
demineralizzata; EDTA; bisturi, spatole, raschietti di varie forme; punte meccaniche abrasive (parti
in cemento); Desogen (risciacquo).
consolidamento: silicato di etile (Phase)
stuccatura: malte a base di calce demineralizzata, inerti setacciati, resina acrilica in diluizione
(Primal al 5%)
finiture: velature di armonizzazione (acquerello)
trattamento ferro: spazzolatura; resina acrilica in soluzione (Paraloid in acetone al 4%)
trattamento legno: antitarlo Permetar (Phase); consolidamento a resina acrilica (Paraloid in diluente
al 30%); pulitura con alcool isopropilico; finitura a cera.

Lucia Vanghi
Bologna, giugno 2007
- lucia vanghi – via s. isaia 17, 40123 bologna – tel/fax 051 581498 -

Source: http://www.amicidellapieve.it/documenti_fonte_affreschi/relazione%20-%20restauro%20fonte.pdf

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