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AGNOCASTO
Un simbolo di purezzadai fiori bianchi o lilla
È un leggiadro arbusto da coltivare
trascritto dai naturalisti come agnòs, ossia casto, acausa delle sue proprietà anafrodisiache, note fin
insieme alle erbacee perenni di
dall’antichità. I latini lo importarono nella loro
stagione.In questo periodo
madrelingua nello stesso modo, poi lo tradusseroin castus e unirono le due parole per accentuarne i
fiorisce nella boscosa macchia in
simboli di purezza e innocenza. Monaci e monache
prossimità dei fiumi, a fianco delle
coltivavano agnocasto a profusione nei loro orti,servendosene come cinture grazie alla flessibilità
tamerici e dei salici.
dei ramoscelli; in Inghilterra si usava spargere foglie
MARIA TERESA SALOMONI
di agnocasto nei letti delle vergini, mentre ancora
iante con fiori in quantità simboleggiano
oggi in Grecia sono offerti rami di questo arbusto
l’amore, le sue passioni e trepidazioni; alcu-
alle ragazze durante le processioni. Pietro Andrea
ne evocano la purezza del sentimento, altre
Mattioli, medico senese, nel suo erbario pubblica-
i turbamenti che da esso derivano, mentre forse solo
to nel 1557 a proposito dell’agnocasto affermò, citan-
una rappresenta la volontà di negazione del batti-
do Plinio e Galeno: “… costrenge il seme genitale e
cuore: l’agnocasto. È un arbusto, o piccolo albero,
gl’impeti di Venere tanto mangiato fritto quanto cru-
spontaneo in Italia ma poco diffuso nei vivai e nel-
do… di modo che si crede che non solamente man-
le idee dei progettisti, pur essendo frugale e di aspet-
giandosene o bevendosene facciano gli huomini casti;ma anchor giacendovisi…”.
Il termine “agnos” deriva dal greco àgnos, spesso
La scienza moderna ha in parte avvalorato le vec-chie teorie; infatti, l’analisi biochimica dell’agno-casto ha isolato un glucoside, la vitexina, che pos-siede proprietà calmanti. NOTE BOTANICHE
Il nome latino dell’agnocasto è Vitex agnus-castus;appartiene alla famiglia delle Verbenaceae. Il suoportamento è arbustivo, di media altezza, piutto-sto aperto e poco compatto. Possiede foglie cadu-che, aromatiche, di color verde scuro, lunghe oltre10 centimetri, composte da 5-7 foglioline e fiorivioletti fragranti e durevoli, tubulari, riuniti inpannocchie terminali, sottili, lunghe fino a 18 cen-timetri, portate dagli esili ramoscelli nei mesi diluglio e di agosto. La forma spontanea ha i fiori dicolore viola-lilla, ma esistono anche varietà bian-che o rosate. I giardinieri più attenti nell'arte di accostare le pian-te copiano la natura e formano grandi siepi fioritecon agnocasto, tamerici e oleandri; il piano infe-riore di coltivazione può essere occupato da Amaryl-lis bianco puro,come la varietà “Hathor”e da Caryop-teris e Ceanothus. L’agnocasto è perfetto nelle bor-
dure miste, associato alle erbacee perenni, sovra-
SETTEMBRE
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LA PIANTA AMICA/CEANOTHUS
Giunge dall’America un cespuglio i dimesso,non reca disturbo mai
fioritura quasi prodigiosa. È il suo blu
blu al lilla, dal bianco al rosa. I fiori
l’impeto e la luminosità quando appare
sui fiori. E lui, il cespuglio, dall’aspetto
fruttarono “Gloire de Versailles”, una
stante gli astri e le potentille, insieme ai ceanoti e
mare, mentre è più sensibile al freddo rispetto alla
tamerice comunemente coltivata nei vivai.
Questo arbusto leggiadro non ha avuto, purtrop-
Può essere allevato ad alberello, sopprimendo i for-
po, la fortuna degli opulenti colleghi mediterranei,
ti polloni basali, ma la sua forma naturale è così
molto più vistosi: eppure ammalia per il fascino
aggraziata che è quasi un peccato modificarla. Se
discreto, la presenza delicata e le sue vesti traspa-
necessita di rinnovamento della chioma, si esegue
renti che creano in giardino un angolo all’insegna
la potatura all’inizio della primavera, sopprimen-
do i rami fino alla struttura primaria. A dispettodell’apparenza fragile e delicata, l’agnocasto ha una
I CONSIGLI PER LA COLTIVAZIONE
elevatissima resistenza e longevità. Infatti nell’Or-
In Italia si rinviene l’agnocasto su terreni alluvio-
to Botanico di Padova è sopravvissuto fino al 1984
nali, ricchi di ciottoli e sabbie, negli alti arbusteti
un antico esemplare, la cui presenza era già stata
composti da Nerium oleander e Tamarix africana,
spesso prossimi a quella prima fascia di vegetazio-ne legnosa lungo i greti ghiaiosi occupata da Salixpurpurea, talora associato al salice bianco.Ama i ter-reni ben drenati e i climi caldi, ma non ha proble-mi ad adattarsi a qualunque tipo di suolo, purchénon sia asfittico; può essere coltivato al Nord in pros-simità di edifici che riducano l’impatto dei ventifreddi e limitino le minime termiche invernali. L’agnocasto è un arbusto che ama il sole senza disde-gnare la mezza ombra, da impiegare isolato in gros-si gruppi o nelle siepi mescolato ad altre piante conportamento simile al suo, come viene suggerito dal-la consociazione naturale: oleandri e tamerici. Come
le ultime due specie, resiste bene in prossimità del
SETTEMBRE
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