IL SILDENAFIL Fig 1.1 Formula di struttura del sildenafil
Il principio attivo del sildenafil è costituito dal citrato di sildenafil (1 - [[3 - (6,7-diidro – 1
-metil - 7 - oxo - 3 - propil-1- H - pirazolo [4,3-d] pirimidin -5 - il) – 4 - etossi]
fenilsulfonil] – 4 -metilpiperazina citrato), (C22H30N6O4S), il cui nome commerciale più
diffuso è Viagra®, un farmaco sviluppato dalla compagnia farmaceutica Pfizer e utilizzato
nella terapia della disfunzione erettile. Inizialmente studiato per la cura dell'angina pectoris, durante i test clinici mostrò scarsa efficacia per l'angina, mentre gli effetti
sull'erezione del pene furono evidenti. Il sildenafil fu brevettato nel 1996, e approvato dalla
Il composto è caratterizzato da un peso molecolare pari a 474,578 g/mol, da una densità di
1,4 g/cm3, un punto di fusione variabile tra i 189-190 °C e da una solubilità in acqua a
Gobry et al. [1] hanno condotto studi molto approfonditi sul comportamento
farmacocinetico del Viagra®, ricorrendo a tecniche elettrochimiche per determinarne le
costanti di dissociazione e i coefficienti di partizione in diversi sistemi acqua-solvente. Da
tali studi è emerso che ci si aspettano almeno quattro siti ionizzabili sulla molecola: uno
acido (pirimidinone, A), uno basico (piperazinina, B) e due di basicità incerta (C e D).
Inoltre, da elaborazioni dei dati strutturali eseguite con il software ADME Boxes, è stata
ipotizzata la presenza di una quinta posizione ionizzabile, quella dell’azoto pirimidinonico
(E) [2]. Inoltre, le misure potenziometriche hanno rilevato la presenza di due costanti di
ionizzazione: una pKa1 = 6,78 relativa al sito B e una pKa2 = 9,12 relativa al sito A.
Gli equilibri di ionizzazione del sildenafil sono riportati in Fig 1.2:
Fig 1.2 Equilibri di ionizzazione del sildenafil e probabili siti di ionizzazione ipotizzati per la molecola § 1.1 Sildenafil e doping
La farmacodinamica relativa alla molecola di sildenafil comprova come essa abbia un
effetto a livello cardio-vascolare, permettendo ai vasi sanguigni di rilassarsi e dilatarsi a
causa dell’inibizione dell’enzima PDE-5 e conseguente aumento della concentrazione di
cGMP. Questo effetto ha reso la sostanza “interessante” non solo nel favorire l’erezione
peniena, utilizzo per il quale è commercializzata, ma anche dal punto di vista del doping
sportivo: la dilatazione dei vasi sanguigni infatti, aumenta la capacità di trasporto di sangue
ossigenato ai tessuti migliorando di molto la resistenza fisica degli atleti. In sport che
avvengono in condizioni di scarsa ossigenazione, quali l’alpinismo, si verifica una
contrazione dei vasi ematici dei polmoni che determina ipertensione polmonare con
riduzione dello scambio di gas e ipossiemia. E’ stato dimostrato [3] come il sildenafil porti
ad un miglioramento delle prestazioni sportive in altitudine e anche a livello del mare in
condizioni di ipossia. "Essenzialmente, ti permette di competere al livello del mare come se avessi una capacità aerobica da alta quota" afferma Kenneth W. Rundell, il direttore del
"Human Performace Laboratory" di Marywood. Presso la Marywood University è infatti in
atto uno studio, finanziato dalla Agenzia Mondiale Anti Doping (WADA) che prevede la
somministrazione di Viagra a giovani atleti, al fine di accertare se la “famosa pillola blu”
possa essere annoverata tra i farmaci dopanti ed inserita nella lista delle sostanze proibite
[4]. Attualmente il sildenafil non è presente nella lista WADA; questo fa sì che non venga
ricercato nell’ambito dei controlli anti-doping e non vi è modo dunque di sapere quanto sia
Se però, da una parte non si sono ancora verificati casi conclamati di doping da Viagra in
sport umani, così non è per quanto concerne l’ippica. Nel Maggio 2005 un’inchiesta della
Procura di Napoli ha portato infatti alla chiusura a Marigliano di un ippodromo clandestino
di 30.000 metri quadrati e al sequestro di migliaia di farmaci ad azione anabolizzante e
non, tra cui anche il Viagra. L’inchiesta, allargata anche ad altre regioni, tra le quali Emilia
Romagna e Sicilia, ha portato alla scoperta di irregolarità nel mondo dell’ippica e di casi di
scommesse clandestine. Gli investigatori dei Nas, in una dichiarazione rilasciata a “La
Repubblica” nel febbraio 2006, hanno sottolineato il rischio per la salute, soprattutto dei
bambini e degli ammalati, dovuto al fatto che i cavalli al termine della carriera venivano
destinati alla macellazione con il pericolo quindi di introdurre nel circuito alimentare carni
ricche di ormoni che possono provocare gravi danni, tra i quali l'insorgere di tumori.
Nell’ippica è proibita la somministrazione ai cavalli, contestualmente alla gara, di
qualsiasi farmaco con effetto sul sistema cardio-vascolare, respiratorio e circolatorio,
categorie alle quali potrebbe ascriversi a pieno titolo il sildenafil, sulla base degli effetti
Si può affermare che, come ipotizzato da De Kock [5], l’utilizzo del sildenafil nel campo
dell’ippica sia legato all’azione esercitata a livello dei vasi polmonari, in quanto la
resistenza vascolare limita la possibilità di emorragie nei cavalli predisposti.
§ 1.1.1 Quadro normativo nell’ippica
In Italia il controllo delle sostanze proibite nell’ippica è regolamentato dal DM 797 del
16/10/2009. In esso si legge che: “Tutti i cavalli che partecipano ad eventi o competizioni gestiti dall’U.N.I.R.E., nonché quelli dichiarati o risultanti in allenamento, sono soggetti alla disciplina del presente Regolamento. È proibita, la presenza nell’organismo di un cavallo, nel giorno della corsa, della prova di qualifica o riqualifica in cui è dichiarato partente, di una qualsiasi quantità di una sostanza, di un suo isomero, di un suo metabolita, appartenente ad una delle categorie comprese nella “lista delle sostanze proibite” di cui all’allegato 1) del presente Regolamento…….se non sia giustificata da prescrizione veterinaria. In ogni caso, è proibita la presenza nell’organismo di un cavallo, dichiarato o risultante in allenamento, di una qualsiasi quantità di uno steroide anabolizzante, di un suo metabolita, di un isomero di steroide anabolizzante o di un suo metabolita. Non è proibita la presenza nell’organismo del cavallo di sostanze endogene o di quelle che possono provenire dalla sua alimentazione naturale, elencate nell’allegato 2) al presente regolamento, purché rilevate sotto ai limiti stabiliti e riportati in detto allegato.”
Nelle tabelle 1.1.1.1 e 1.1.1.2 vengono riportate rispettivamente le liste delle sostanze di
cui all’allegato 1) e 2) del Regolamento:
LISTA DELLE SOSTANZE PROIBITE
– Sostanze che agiscono sul sistema nervoso – Sostanze che agiscono sul sistema cardio-vascolare – Sostanze che agiscono sul sistema respiratorio – Sostanze che agiscono sul sistema digestivo – Sostanze che agiscono sul sistema urinario – Sostanze che agiscono sul sistema riproduttivo – Sostanze che agiscono sul sistema muscolare - scheletrico – Sostanze che agiscono sul sistema emolinfatico e sulla circolazione sanguigna – Sostanze che agiscono sul sistema immunitario escluse quelle presenti nei vaccini autorizzati – Sostanze che agiscono sul sistema endocrino, le secrezioni endocrine e i loro omologhi sintetici. – Agenti mascheranti Per una migliore comprensione vengono elencate alcune classi farmacologiche che
debbono ritenersi incluse nella “Lista” di cui sopra:
– Sostanze antipiretiche, analgesiche e anti-infiammatorie – Sostanze citotossiche – Antistaminici – Diuretici – Anestetici locali – Rilassanti muscolari – Stimolanti respiratori – Ormoni sessuali, sostanze anabolizzanti e corticosteroidi
– Sostanze che modificano la coagulazione del sangue
Tabella 1.1.1.1 Allegato 1) del DM 16/10/2002 Arsenico: 0,3 microgrammi/ml nell’urina Acido salicilico: 750 microgrammi/ml nell’urina oppure 6,5 microgrammi/ml nel plasma Estranediolo: nei maschi (ad eccezione dei castroni) rapporto = 1 (forma libera e coniugata) tra 5 estran-3ß,17-diolo e 5(10)-estrene-3ß,17diolo nell’urina Teobromina: 2 microgrammi/ml nell’urina Idrocortisone: 1 microgrammo/ml nell’urina Dimetil Solfossido (DMSO): 15 microgrammi/ml nell’urina oppure 1 microgrammo/ml nel plasma Diossido di Carbonio (CO2): 37 millimoli per litro nel plasma Testosterone (castroni): 0,02 microgrammi/ml (forma libera e coniugata) nell’urina Testosterone (puledre e femmine tranne le gestanti): 0,055 microgrammi/ml (forma libera e coniugata) nell’urina Methoxytyramina: 4 microgrammi/ml di 3-methoxytyramina (forma libera e coniugata) Tabella 1.1.1.2 Allegato 2) del DM 16/10/2002
Nel Regolamento, all’art. 7, sono descritte le modalità di esecuzione dei controlli mentre,
nell’allegato 3 vengono fornite indicazioni circa i laboratori abilitati ad eseguire le analisi.
Le matrici sulle quali avviene la ricerca delle sostanze proibite sono costituite
essenzialmente da urine e sangue; il campionamento avviene secondo modalità definite e il
materiale viene suddiviso in due aliquote: una per le analisi di screening e l’altra per
Il DM 797 del 16/10/2002 non è l’unico quadro normativo nel settore dell’ippica; in campo
internazionale, la Fèdèration Equestre International (FEI) [6] ha adottato, ad integrazione
del regolamento WADA, un proprio codice normativo anti-doping che disciplina gli sport
equestri di competenza della Federazione, definendo le pratiche riconducibili al doping ed
elencando le sostanze e i metodi proibiti [7].
Come nel regolamento UNIRE, anche in questo caso sono state definite soglie di
ammissibilità per le sostanze endogene, assunte con l’alimentazione sia come componenti
§ 1.2 Metabolismo del sildenafil
I principali e più completi studi sulla farmacocinetica e sul metabolismo del sildenafil che
è possibile ritrovare in letteratura, sono quelli condotti da Walker et al. [8] e da De Kock et al. [5]. Walker ha effettuato il proprio lavoro durante la fase clinica di studio del principio
attivo, quantificando i metaboliti nei fluidi biologici e nelle feci di diverse specie, tra cui il
topo, il ratto, il coniglio, il cane e l’uomo. De Kock invece, ha investigato il metabolismo,
l’escrezione e l’analisi del sildenafil in un cavallo cui è stata somministrata una dose di
farmaco corrispondente a 1,14 mg di sildenafil base per kg di peso corporeo; da esso, in
tempi successivi, sono stati poi prelevati campioni di plasma e urina.
Per quanto concerne i risultati ottenuti da Walker, si ha che il metabolita principale nella
matrice ematica è rappresentato dal composto de-metilato sulla piperazina, indicato con la
sigla UK 103,320, ritrovato sia negli animali testati sia nell’uomo. Altri percorsi metabolici
individuati da Walker sono quelli che portano alla N,N-deetilazione sull’anello
piperazinico (UK 150,564), alla idrossilazione alifatica (M6), all’ossidazione dell’anello
piperazinico e alla N-demetilazione dell’anello pirazolico (UK 95,340). In Fig. 1.3.1
vengono riassunti i principali percorsi metabolici proposti da Walker:
1 % rat 1% dog 15% mouse Alyphatic Piperazine hydroxylation oxidation Sildenafil UK (-92,480) 3 % mouse, 3 % rat 21 % rabbit, 16 % dog Pyrazole Piperazine Piperazine N-demethylation N-demethylation N,N-deethylation UK-103,320 (M10) UK- 150,564 (M9) UK-95,340 7 % mouse 11 % rat 11% rabbit 19 % mouse 16 % rat 5 % rabbit 20 % rat 8% dog 2 % dog 3% man 15 % dog 22 % man UK-332,012 UK- 331,849 (M8A) 2 % rat 6% dog 8 % mouse 12 % rat 2% rabbit 5 % dog 3 % man Figura 1.2.1 Principali percorsi metabolici proposti da Walker [8]
In tutte le specie testate da Walker, la concentrazione plasmatica di UK 103,320 è risultata
inferiore rispetto al sildenafil, e per UK 150,564 ancora più bassa.
Per quanto concerne più strettamente il metabolismo nel cavallo, gli studi condotti da De
Kock dimostrano che nel sangue è stato possibile quantificare il sildenafil ed il principale
metabolita UK 103,320, già ritrovato da Walker nel comparto ematico; sia il sildenafil sia
l’ UK 103,320 si presentano in massima concentrazione nel prelievo eseguito dopo 2 ore.
Per quanto riguarda l’urina, invece, i principali metaboliti individuati da De Kock sono
stati il sildenafil propil-ossido, il de-etil sildenafil e il de-metil sildenafil relativi al tmax di 2
ore oltre al sildenafil stesso. Nella matrice urinaria di origine umana invece, Walker aveva
ritrovato soltanto il sildenafil propil-ossido, da egli riscontrato anche negli estratti fecali.
§ 1.3 Frammentazioni di massa del sildenafil
In un lavoro di tesi [2] condotto precedentemente si è individuato il meccanismo di
frammentazione di MS/MS e di MS3 della molecola di sildenafil, eseguito mediante
HPLC-MS ad alta risoluzione, nelle medesime condizioni strumentali utilizzate nel
presente lavoro. Si farà riferimento pertanto a tale percorso frammentativo ai fini della
caratterizzazione strutturale dei prodotti di trasformazione del sildenafil.
Dal momento che lo studio di massa è stato effettuato in modalità ioni positivi la molecola
di sildenafil viene individuata come [M+H]+ pari a 475,2122 unità di massa.
Gli esperimenti di MS2 eseguiti sul sildenafil hanno mostrato la formazione degli ioni
prodotto riportati nella Tabella 1.3.1. In rosso sono evidenziati gli ioni sui quali sono stati
condotti successivamente gli esperimenti di MS3.
Formula MS2 Abbondanza % 17H19N4O2 311.1503 17H21N4O2 377.1278 17H21N4O2 313.1659 15H15N4O2 283.1190
C18H23N4O4S+ Tabella 1.3.1 Frammentazioni di MS2 dello ione 475,2122 e relative abbondanze
In Figura 1.3.1 si riporta il cammino frammentativo in MS2 ipotizzato per il sildenafil
475.2122 311.1503 377.1278 283.1190 163.0536 313.1659 Figura 1.3.1 Frammentazioni in MS2 dello ione 475,2122
Per perdita della funzionalità piperazinica si osserva la formazione dello ione m/z
377,1278; il distacco del gruppo solfonammidico porta alla formazione dei frammenti
aventi m/z 311,1503 e m/z 313,1659. Infine il frammento m/z 163,0536 conserva il gruppo
CAPITOLO 2 Octopamina e sinefrina Figura 2.1 Formule di struttura di octopamina (a) e sinefrina (b)
L’octopamina e la sinefrina sono due alcaloidi attivi contenuti in una pianta originaria del
Sud-Est asiatico, il Citrus Aurantium (Arancio Amaro), appartenente alla famiglia delle
Rutaceae e oggi coltivata anche in Europa, in particolare in Spagna e in Sicilia. Queste due
molecole sono presenti soprattutto nella buccia e nella polpa del frutto; il Citrus Aurantium
polimetossiflavoni, aldeidi, amine e monoterpeni [9].
Dal punto di vista strutturale l’octopamina e la sinefrina appartengono alla famiglia degli
alcaloidi feniletilamminici, categoria cui appartengono anche la tiramina, N-metiltiramina
e l’ordenina, tutti alcaloidi isolati all’interno del C. Aurantium [10-12].
L’octopamina (4-[2-ammino-1-idrossietil]fenolo), (C8H11NO2), è un’ammina biogenica
strettamente correlata alla noradrenalina. Fu scoperta nel 1948 da Vittorio Erspamer nella
ghiandola salivare del polpo. Il suo enantiomero D(-) è sintetizzato metabolicamente a
partire dalla tiramina attraverso una β-idrossilazione operata dall’enzima dopamina-β-
idrossilasi. E’ possibile anche la sintesi in laboratorio [13].
Il peso molecolare della sostanza è pari a 153,079 g/mol. L'octopamina è in grado di
sostituirsi alla noradrenalina nei terminali nervosi stimolando il sistema adrenergico
(azione simpaticomimetica indiretta) [14].
La sinefrina (4-[1-idrossi-2-(metilammino)etil]fenolo), (C9H13NO2), è un alcaloide
strutturalmente simile all’efedrina, il principale componente attivo delle piante del genere
Ephedra [15]. Differisce strutturalmente dall’octopamina per la presenza di un metile in
più sul gruppo amminico. Il suo peso molecolare è pari a 167,095 g/mol.
Essa è in grado di stimolare il sistema nervoso simpatico dando luogo alla caratteristica
risposta del “combatti o fuggi” (fight or flight), ossia una situazione di “allerta”
dell’organismo che solitamente si manifesta quando l’individuo è posto di fronte ad un
pericolo. Si verifica in questi casi un repentino aumento del battito cardiaco, accelerazione
della frequenza respiratoria, restrizione dei vasi sanguigni periferici e, più in generale,
dilatazione delle arterie dei muscoli volontari, la quale permette l’afflusso di un maggior
quantitativo di sangue ai tessuti. Tali condizioni preparano l’organismo all’esecuzione di
un compito altamente dispendioso in termini di energia: il combattimento (fight) oppure la
§ 2.1 Proprietà farmaco-tossicologiche
Al giorno d’oggi gli estratti del C. aurantium vengono utilizzati principalmente per la
preparazione di integratori alimentari finalizzati alla riduzione del peso corporeo. Tale
impiego è giustificato dall’effetto agonista che composti quali la sinefrina e l’octopamina
esercitano sui recettori β3-adrenergici la cui stimolazione è correlata all’attività lipolitica
(effetto dimagrante). In particolare l’octopamina è considerata la sostanza con maggiore
affinità per i recettori β3-adrenergici [16]; essa subisce anche il metabolismo delle
monoaminossidasi (MAO) producendo un composto con azione insulino-simile sul
Oltre agli effetti lipolitici, queste sostanze possono aumentare moderatamente la spesa
energetica in caso di dieta ipercalorica e portare alla diminuzione di Mg nel tessuto
È noto che la maggior parte degli integratori contiene in realtà miscele o estratti di diverse
piante: non è infrequente trovare integratori a base, per esempio, di caffeina e sinefrina, i
cui effetti sinergici sono poi difficilmente valutabili. Gli integratori alimentari utilizzati per
perdere peso contengono mediamente 100-200 mg di estratto di arancia amara, che
forniscono 10-40 mg di sinefrina per dose.
I prodotti dimagranti a base di C. aurantium possono provocare effetti avversi
cardiovascolari gravi che si manifestano con tachicardia, arresto cardiaco, fibrillazione e
collasso. Negli Stati Uniti il C. aurantium è inserito nel Poisonous Plants Database (PPD),
tuttavia la FDA (Food and Drug Administration) ha solo proposto, ma non definito la
proibizione della vendita dei prodotti contenenti estratti di pianta o sinefrina [19].
In Italia, la Circolare n.3 del 18 luglio 2002 pubblicata in Gazzetta Ufficiale n.188 del 12
/08/2002 riporta avvertenze specifiche per prodotti contenenti alcuni specifici ingredienti
vegetali. Riguardo il C. aurantium la circolare recita: «l’apporto giornaliero di sinefrina con le quantità d’uso indicate non deve superare i 30 mg, corrispondenti a circa 800 mg di Citrus aurantium con un titolo del 4% di tale sostanza.”
§ 2.2 Octopamina e doping
Dal punto di vista sportivo, si ha la percezione che composti come l’octopamina e la
sinefrina abbiano effetti ergogenici diretti sulle performance atletiche, migliorando la
prestazione e la resistenza aerobica, riducendo la fatica muscolare e aumentando la forza,
anche se studi effettuati su tali agenti hanno confutato il verificarsi di questo tipo di azioni;
rimane tuttavia la possibilità del manifestarsi di effetti ergogenici indiretti attraverso il
rilascio di ammine endogene, che vanno ad interagire con il sistema cardiovascolare e con
Se la sinefrina resta un composto stimolante vasocostrittore monitorato ma consentito,
l’octopamina rientra invece nella lista delle sostanze proibite dalla WADA (World Anti-
Doping Agency), categoria “stimolanti specificati” [4]. Essa costituisce un composto
endogeno agonista dei recettori delle trace-amine, cioè di quelle ammine presenti solo in
traccia nell’organismo e caratterizzate da proprietà simili a quelle dell’adrenalina [17].
L’octopamina è dunque una delle sostanze ricercate nell’ambito dei controlli anti-doping; è
quindi importante conoscere il metabolismo che la molecola subisce all’interno
dell’organismo animale, al fine di poterla individuare anche a distanza di ore dalla sua
assunzione, sotto forma dei prodotti di trasformazione metabolica.
§ 2.2.1 Casi reali di doping
Sia in Italia sia negli Stati Uniti sono stati riscontrati negli ultimi anni casi di positività
E’ oggi oggetto di studio l’eventualità che l’octopamina, in seguito a processo di
demetilazione, possa assurgere a metabolita o prodotto di trasformazione della sinefrina, la
quale è spesso presente nella composizione di integratori utilizzati dagli sportivi. Se ciò
avvenisse infatti, anche l’assunzione di sinefrina dovrebbe essere vietata dalla WADA,
perchè condurrebbe alla formazione in vivo di un composto stimolante e quindi vietato.
Da un lavoro di tesi condotto recentemente [22] è tuttavia emerso che non ci sono basi per
poter affermare che la sinefrina possa trasformarsi in octopamina né attraverso una
reazione metabolica (N – demetilazione) né mediante una reazione con i componenti
biologici presenti nell’urina (urea) e successiva interazione con le procedure di
preparazione dei campioni (idrolisi acida). E’ stato infatti dimostrato come l’octopamina
dia esito negativo sia nel caso di campioni di urina esaminati dopo somministrazione di
integratore a volontari sia nel caso di simulazione della trasformazione “in vitro”.
§ 2.3 Metabolismo di octopamina e sinefrina
In letteratura è possibile ritrovare principalmente due studi relativi al metabolismo di
octopamina e sinefrina; quello condotto da Ibrahim [23] riguarda lo studio del metabolismo
della R-(-)-m-sinefrina somministrata oralmente nell’uomo e intraperitonealmente nel
ratto; il secondo, condotto da James [24] concerne invece l’analisi del metabolismo della
(±)-o-octopamina e della (±)-o-sinefrina iniettate intraperitonealmente nel ratto. In
entrambi i casi i metaboliti sono stati determinati quantitativamente nella matrice urinaria
utilizzando la GC-MS in modalità SIM (selected ion monitoring).
Dal punto di vista della farmacocinetica [25], i parametri che si ottengono per i due
principi attivi del Citrus Aurantium sono pressoché sovrapponibili a quelli delle molecole
simpaticomimetiche strutturalmente simili. L’emivita biologica è di circa 2 h.
L’assorbimento dopo ingestione orale è rapido; il picco di concentrazione ematica si
osserva dopo 1-2 h dalla loro somministrazione.
Considerando lo studio condotta da Ibrahim, egli ha analizzato sia nell’uomo sia nel ratto
campioni di urine raccolte dopo 24 h dalla somministrazione del principio attivo; i
metaboliti ottenuti dalla somministrazione della m-sinefrina all’uomo per via orale sono
• acido m-idrossimandelico (MHMA, 30%)
• m-idrossifenilglicole solfato (MHPG, 6%)
E’ possibile notare come il metabolismo di fase I porti tendenzialmente alla perdita della
metilammina a partire dalla sinefrina, con successiva carbossilazione nel caso del MHMA
o ossidazione nel caso del MHPG. Il metabolismo di fase II favorisce invece l’inserimento
di gruppi coniugati quali il solfato e il glucuronato, sia sulla molecola immodificata, sia sui
Gli esperimenti condotti da Ibrahim sui ratti hanno prodotto i medesimi metaboliti urinari
già individuati per l’uomo, sebbene in percentuali differenti; inoltre è stata ritrovata in più
In Fig. 2.3.1 viene riportato il percorso metabolico subito dalla m-sinefrina sia nell’uomo
Fig. 2.3.1 Metaboliti della m-sinefrina nell’uomo e nel ratto
James ha analizzato invece i metaboliti urinari escreti dal ratto nelle urine dopo 24 h dalla
somministrazione intraperitoneale di o-octopamina e di o-sinefrina.
I prodotti del metabolismo urinario formatisi a seguito della somministrazione di o- sinefrina benzoato al ratto dimostrano come il percorso metabolico seguito sia il
medesimo già individuato da Ibrahim; si verifica infatti anche in questo caso la comparsa
di acido idrossimandelico e di idrossifenilglicole, ovviamente in forma orto-, oltre a diversi
prodotti coniugati. Interessante da notare come James individui anche la presenza, in
piccolissime quantità, di o-octopamina, a differenza dello studio condotto da Ibrahim, dove
non si verificava la formazione di m-octopamina.
Anche il metabolismo di fase I della o-octopamina, studiato da James nell’urina del ratto,
segue il processo di de-amminazione con successiva carbossilazione (OHMA) o
ossidrilazione (OHPG); sono stati inoltre individuati, sempre per quanto concerne il
metabolismo dell’ o-octopamina, una forma coniugata dell’OHPG e, in bassa quantità
(10%), la o-octopamina in forma immodificata.
Non è stato possibile ritrovare in letteratura alcun studio metabolico relativo a octopamina
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